Manduria è una graziosa cittadina della provincia di Taranto, a soli 10 km dal mare, famosa per il suo buon vino Primitivo, per i monumenti e per la sua antica storia. Testimonianze archeologiche attestano presenze umane già dalla protostoria. Innumerevoli sono le evidenze che fanno di Manduria una tra le più importanti città Messapiche. Dopo la pacifica convivenza con la vicina colonia spartana di Taranto e con altre città greche limitrofe partecipa alle guerre che oppongono Tarantini e Messapi sin dagli inizi del V secolo a. C. Tra i numerosi scontri, da citare è quello che vede l’intervento a favore della colonia greca di Archidamo, re di Sparta, che la leggenda vuole essere morto in combattimento presso le mura di Manduria nel 338 a. C. e le cui spoglie non sarebbero state mai restituite ai tarantini. C’è spazio per un altro cinquantennio di pace ma, nella metà del III sec. a. C. Taranto e i Messapi devono allearsi contro le legioni romane. Roma sottomette il Salento messapico per la prima volta nel 260 a.C. Il Tardo Antico e l’Alto Medioevo, in una Manduria impoverita, sono fasi oscure caratterizzate dai saccheggi dei Saraceni, Goti e Agareni. Ruggiero il Normanno, nonno di Costanza D’Altavilla, madre di Federico II, verso la fine dell’ undicesimo secolo D.C. avvia lo sviluppo del piccolo nucleo di Casalnuovo ; questo è il nome che dà al piccolo borgo medievale. Nel Cinquecento e nel Seicento Casalnuovo conosce una fase di sviluppo. Si assiste ad una considerevole espansione demografica e urbanistica. Anche il Settecento è un periodo di crescita civile, culturale ed urbanistica. Nel 1730 viene ultimato il maestoso Palazzo Imperiali, dimora di Michele III che muore senza discendenza e la città passa al demanio borbonico. Nel 1789 l’Università di Casalnuovo ottiene di tornare a chiamarsi con l’antico nome di Manduria dal re Ferdinando IV di Borbone.
Le cerchie murarie
Le aree di necropoli
Il fonte Pliniano
La chiesetta di San Pietro mandurino
Il Palazzo Imperiali
Ghetto degli ebrei
La chiesa Colleggiata
L’ arco di Sant’ Angelo
La “Purticedda”